Mo’ pensavo.
Ormai è tardi per pubblicare le foto della Calabria di questa estate. È passato troppo tempo, che senso ha? È tardi.
Poi ci sono anche quelle di Amsterdam. Quelle analogiche. Si stanno accumulando.
Però ormai.
Dalle prossime foto che farò in poi, sarò più costante. Le pubblico subito. Anzi faccio un progetto. Le pubblico in tempo reale, tipo pure col cellulare. Faccio un blog apposta. Faccio l’hashtag apposta.
Marò, quante volte avrò detto queste parole.
Promesse a me stesso ed a volte ad altri che non ho mantenuto, lasciate lì, appese insieme alle mutande al sole.
E da mo’ che si sono asciugate.
Se poi ci penso ancora più a fondo, vedo solo promesse e progetti ed idee lasciate incompiute. Manco è il caso di farne un elenco perché so’ troppe e perché, onestamente, mi deprimerei ancora di più. Poi oh mica ne vado tanto fiero.
È tardi per pubblicare le foto. È tardi per fare quel corso. È tardi per riprendere a studiare. È tardi per mandare il curriculum. È tardi per fare della fotografia la mia professione.
È tardi pure per scrivere, tra un po’ è ora di pranzare.
Il momento in cui realizzi che tieni trent’anni.
Cioè no, mancano tremmesiemmezzo. Che ansia.
Però mo’ pure penso.
Che granda strunzat che vado dicendo? In questo modo uno, semplicemente, si ferma.
E chi si ferma è perduto, giusto Totò?
E allora.
“È troppo tardi, ma non mi fermerò” ( > https://www.youtube.com/watch?v=2jHj620Srgk )